Malattia cronica dovuta all’aumento delle quantità di glucosio contenute nel sangue, il diabete mellito è associato ad un difetto assoluto o relativo di insulina, sostanza che permette all’organismo di un individuo di sintetizzare il glucosio per lo svolgimento dei processi energetici che avvengono all’interno di ogni cellula. Naturalmente, la carenza, o ancor peggio, la totale mancanza di insulina, determina un più rapido e cospicuo deposito di glucosio nel sangue, contesto che favorisce l’immediata comparsa del diabete mellito.
Di solito si diagnostica il diabete mellito nelle circostanze in cui il valore relativo alla glicemia raggiunge i 200 mg/dl.
Sebbene siano numerosi gli studi che abbiano assodato che le cause non siano da ricercarsi esclusivamente in ambito genetico, è innegabile che l’ereditarietà è una delle componenti fondamentali attraverso la quale questa malattia tende a trasmettersi di genitore in figlio.
Per essere più precisi, in realtà, non è la patologia in sé a risultare particolarmente soggetta a trasmissione ereditaria, ma, a monte, la predisposizione alla stessa.
Ne consegue, dunque, che non è sia un sillogismo sempre vero che a un genitore diabetico debba corrispondere per forza di cose un figlio che soffre tale patologia: è, infatti, l’ambiente che circonda il soggetto, insieme alle sue particolari abitudini alimentari, che favorisce lo svilupparsi della malattia.
A proposito di abitudini alimentari, tra le cause del diabete si tende a considerare in maniera particolare l’abitudine di assumere quantità eccessive di alimenti ricchi di zucchero, come dolciumi e bevande dolci. Favoriscono la comparsa della patologia anche i cibi a base di farina bianca, zucchero bianco, cereali, e grassi idrogenati.
Cos’è l’insulina e qual è il suo ruolo nel nostro sistema?
Come accennato, l’insulina è un ormone di grande importanza per la sintesi del glucosio: viene secreta dal pancreas e, più precisamente, dalle Isole di Langherhans ed ha lo scopo di trasformare in maniera rapida ed efficace tutti gli zuccheri, sia semplici che complessi, che vengono assunti dall’organismo con l’alimentazione.
L’insulina ha dunque un ruolo primario per raffinare la principale fonte di energia della quale si approvvigionano continuamente muscoli ed organi: in particolare, l’insulina favorisce il delicato passaggio mediante il quale il glucosio può accedere alle cellule, fungendone da carburante.
I soggetti sani mantengono un livello di glicemia solitamente compreso tra i 60 ed i 130 mg/dl. Una vita regolare, unita ad un’alimentazione corretta sono fattori che contribuiscono a tenere sotto controllo questi importantissimi valori.
I sintomi del diabete
Il diabete di tipo 2 è largamente diffuso e non presenta sintomi particolarmente evidenti: nella maggior parte dei casi, infatti, si tende a rilevare la presenza della patologia in maniera casuale. Generalmente, comunque, si tende a ravvisare nei soggetti afflitti da questa malattia una sintomatologia molto blanda che può includere stanchezza, frequente necessità di urinare, sete, perdita di peso improvvisa e vista offuscata.
Gestazionale, giovanile ed altre tipologie di diabete
E’ necessario rimarcare che esistono due tipi fondamentali di diabete: quello di Tipo 1, che comporta un difetto di produzione di insulina, mentre, con il diabete di Tipo 2 si evidenzia non l’assenza, ma l’inefficacia di questa fondamentale sostanza.
Esistono però anche altre origini: quello gestazionale, ad esempio, viene diagnosticato per la prima volta su soggetti in gravidanza. Alla base della comparsa della patologia si pone, di solito, uno scompenso ormonale comune ad una buona percentuale di donne in attesa.
Il diabete giovanile corrisponde, invece, al Mellito di tipo 1: si verifica soprattutto in età infantile ed ha per principale sintomo la continua necessità di urinare, anche di notte. Di solito questa condizione si accompagna a dimagrimenti repentini e all’acidosi diabetica.
Invece, il diabete senile riguarda circa il 10% degli anziani ed è la diretta conseguenza della progressiva diminuzione della tolleranza al glucosio.
Quali sono le conseguenze del diabete?
Sono numerose le complicanze, croniche e non, connesse alla sua comparsa: la maggior parte tende a verificarsi dopo 10/15 anni dalla comparsa della malattia e riguarda organi bersaglio come rene, nervi, cuore, vasi sanguigni e occhi.
Tra i disturbi dell’occhio il più diffuso è la retinopatia emorragica-essudativa. La neuropatia coinvolge circa il 30% dei soggetti, causando senso di torpore e continuo formicolio agli arti, mentre tra i disturbi del rene si evidenziano casi di cattivo filtraggio delle scorie metaboliche.
Le complicanze che riguardano il sistema neurovegetativo comportano disturbi intestinali, incontinenza urinaria e, talvolta, disfunzione erettile.
A livello cardiaco, infine, si evidenziano casi di coronaropatia e vasculopatia.
La giusta alimentazione da seguire
A causa della lentezza nell’assorbimento degli zuccheri, è importante che il diabetico riduca gli zuccheri semplici privilegiando l’assunzione di carboidrati complessi. Sono generalmente consigliati pasta e pane integrale, legumi, pesce, cane ed ortaggi. Sono da evitare cibi troppo lavorati, bevande gassati, alimenti dolci confezionati ed è importante consumare in maniera controllata la frutta.
E’ inoltre utile associare ad una dieta equilibrata anche una costante attività fisica: uno stile di vita sano e attivo aiuta i soggetti che soffrono di insulino-resistenza, a ritardare la comparsa del diabete (ma non evitarlo).
A chi bisogna rivolgersi?
Una visita endocrinologica è lo strumento più indicato a diagnosticare il diabete mellito. Tra gli esami da eseguire per il diabete si è soliti svolgere il test a digiuno, l’esame delle urine e la prova orale di tolleranza al glucosio (curva glicemica).
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