La dispepsia è un disturbo che interessa il sistema gastrico e che si correla ad una cattiva digestione del cibo: questa condizione patologica non è pericolosa per la sopravvivenza dell’individuo ma comporta alcune conseguenze fastidiose e dolorose che interessano l’intero addome, concentrandosi soprattutto nella sua sezione superiore.
Non è conosciuta l’origine esatta di questa malattia che, però, è curabile attraverso un’adeguata terapia medica.
La digestione è un processo fondamentale mediante il quale l’organismo umano è in grado di assimilare e di sintetizzare gli alimenti ingeriti. Questo processo è il secondo passaggio mediante il quale si sviluppa la nutrizione e consiste in una serie di operazioni chimiche e meccaniche che semplificano i cibi complessi in principi attivi più facili da assimilare.
Le cause della cattiva digestione
Le cause che possono porsi alla base di una cattiva digestione sono molteplici: rispetto al passato, per esempio, oggi si possiede una maggior contezza delle caratteristiche di numerose allergie e di altrettante intolleranze che possono determinare un cattivo funzionamento dell’apparato digerente.
Quando l’intestino “si ribella” all’assunzione di una particolare tipologia di alimenti, è possibile verificare disturbi ricorrenti quali gonfiori addominali, capogiri, mal di testa, stanchezza, dermatite e sbalzo di peso.
La differenza tra un’allergia e un’intolleranza ad un alimento consiste, in sostanza, nell’immediatezza e nella portata delle reazioni causate all’organismo: l’intolleranza, infatti, produce i suoi effetti in maniera lenta, mentre l’allergia determina le proprie conseguenze nel lasso di tempo compreso tra un minuto e le due ore successive all’ingestione delle sostanze sgradite all’organismo.
Tra le cause che possono complicare il processo digestivo figura anche lo stress: un cattivo assetto psicologico, infatti, induce il soggetto ad assimilare con maggior fatica i cibi e, talvolta, a complicare indirettamente la digestione mediante la mancata osservazione di una dieta adeguata o una cattiva masticazione.
- Spesso la dispepsia viene definita “funzionale” perché si correla ad un eccesso di produzione di succhi gastrici o, al contrario, ad una limitata attività dello stomaco che causa un ritardo dannoso nel suo processo di svuotamento. Questa condizione si connette nella maggior parte dei casi ad un errato stile di vita o all’osservanza di una dieta inadeguata e poco salutare.
Dispepsia: sintomi della cattiva digestione
Di solito la dispepsia è un disturbo che si presenta mediante un dolore piuttosto intenso localizzato nella parte superiore dell’addome. Spesso, questo disturbo comporta, oltre a fenomeni dolorosi, anche un senso di bruciore che interessa il tratto epigastrico, che si accompagna sovente a flatulenza, vomito, nausea e diarrea.
Nella quasi totalità dei soggetti affetti da questa condizione patologica, la comparsa dei sintomi si evidenzia soprattutto nel momento immediatamente successivo alla conclusione dei pasti, quando si percepiscono rigurgiti acidi e conati di vomito.
Talvolta a questi sintomi si accompagnano anche alitosi, senso di pesantezza e la percezione di un cattivo sapore in bocca. Il senso di gonfiore e di estrema sazietà, invece, è la diretta conseguenza del ristagno del cibo nello stomaco.
Le alterazioni dell’alvo intestinale, invece, causano stitichezza e diarrea e producono come conseguenza irritazioni a livello del colon.
Numerosi casi di dispepsia portano in dote anche altri disturbi collaterali, come sonnolenza, mal di testa, nervosismo e deficit dell’attenzione.
Curare la cattiva digestione con un gastroenterologo
Consultare un gastroenterologo di fiducia è il primo passo del processo di cura e trattamento della patologia: la visita gastroenterologica, infatti, permette di ottenere un primo quadro generale delle effettive condizioni di salute dell’intero apparato intestinale.
Nel caso in cui il primo incontro con il medico non sortisse un esito chiaro, l’indagine clinica prosegue con una gastroscopia, esame mini-invasivo che permette mediante una sonda appositamente progettata, di ottenere immagini chiare ed esaustive del tratto di intestino interessato dalla condizione patologica, aiutando così il medico a stabilire la propria diagnosi e ad approntare un piano di cura adeguato. Per indagini cliniche più approfondite è possibile dover ricorrere anche ad accertamenti diversi, come la colonscopia, la risonanza magnetica e la tac.
Tutti questi accertamenti possono essere svolti a pagamento o in regime di esenzione totale o parziale presso Medical Imaging, centro di diagnostica per immagini di Polisanitaria Iodice.
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