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Ecografia pelvica in caso sindrome dell’ovaio policistico sospetto

PCOS è l’acronimo con il quale si tende ad identificare la Sindrome dell’Ovaio Policistico, patologia di media diffusione che altera il corretto funzionamento del sistema endocrino delle donne che si trovano in età fertile. La malattia determina, nella stragrande maggioranza dei casi l’ingrossamento delle ovaie, causato dall’accumulo di cisti liquide.
Campanelli d’allarme piuttosto chiari riguardo alla sindrome dell’ovaio policistico sono amenorrea o, al contrario, periodi mestruali prolungati in maniera anomala, acne ed altri disturbi di tipo dermatologico. Sono segnali da tenere sott’osservazione anche fenomeni di riduzione della crescita dei capelli e obesità.
Alla base della comparsa della patologia si pongono cause non ancora del tutto chiare: fondamentale, per addivenire alla risoluzione efficace e veloce della sindrome dell’ovaio policistico è una diagnosi precoce e tempestiva: nella gestione del trattamento curativo è fondamentale la perdita di peso, che riduce il rischio di complicanze quali la comparsa di malattie collaterali di tipo cardiaco o il diabete di tipo 2.

Quali sono i primi sintomi?

I principali e più evidenti sintomi che insinuano il sospetto della malattia iniziano ad avere luogo subito dopo il primo ciclo mestruale e, in ogni caso, durante l’età fertile. Nella maggior parte delle situazioni, la comparsa della sindrome è connessa anche ad un esponenziale accrescimento del peso corporeo.
Affinché la sindrome sia diagnosticata è necessaria la compresenza di almeno due sintomi tra irregolarità del ciclo (rientrano nella casistica soggetti nei quali si riscontrano intervalli mestruali superiori ai 35 giorni, meno di 8 cicli annuali o amenorrea di durata superiore ai 4 mesi), ovaie con cisti o microcisti (evidenti alterazioni delle dimensioni delle ovaie) o sovrapproduzione di andogeni (ormoni maschili la cui eccessiva presenza può determinare irsutismo, acne e calvizie).

Sono numerose anche le conseguenze connesse al presentarsi della patologia. Tra queste si segnalano casi di diabete di Tipo 2, aumento dei livelli di colesterolo nel sangue, aumento della pressione sanguigna, sindrome metabolica con implicazioni di carattere cardiovascolare, steatopatite, infertilità, depressione, ansia, sanguinamento e, nei casi peggiori, carcinoma dell’endometrio.

L’ecografia pelvica per saperne di più

Accertamento di primaria importanza nel contesto di un percorso diagnostico e curativo funzionale all’individuazione e al trattamento della sindrome dell’ovaio policistico, l’ecografia pelvica è un esame non invasivo che si svolge avvalendosi di un apposito macchinario ad ultrasuoni.
L’accertamento prevede l’impiego di una sonda che, una volta appoggiata sulla parte inferiore della parete addominale, permette di visualizzare con precisione su un monitor connesso all’apparecchio, le immagini dettagliate dell’intera area pelvica transaddominale o sovrapubica. Più nello specifico, l’accertamento permette di verificare lo stato di salute di distretti quali vescica, prostata, utero e ovaie e di riscontrare in maniera precisa e tempestiva eventuali aree di intervento.
L’esame deve essere svolto a vescica distesa: è pertanto necessario prepararsi allo svolgimento dello screening medico bevendo mezzo litro di acqua due ore prima dell’esame ed evitando di urinare fino a quando l’accertamento non ha fine.

Per lo svolgimento dell’ecografia è richiesto che il paziente sia disteso in posizione supina: l’applicazione di un apposito gel agevola il lavoro della sonda, che invia le immagini captate ad un monitor, favorendo la diagnosi. Mediamente, la durata dell’accertamento oscilla tra i 15 ed i 20 minuti.

Cosa fare in caso di risultato positivo?

Solitamente, nel caso in cui l’accertamento evidenziasse la presenza della patologia sospetta, il medico procede alla definizione di un piano terapeutico mirato a contrastare il progredire della sindrome e a contrastarne gli effetti. Alla base del piano di cura si pone quasi sempre un trattamento finalizzato al controllo del peso mediante il ricorso ad una dieta ipocalorica e tendenzialmente proteica, combinata ad esercizio fisico moderato e costante.