La recente apertura della medicina allo studio di nuove e più efficaci tecniche diagnostiche e terapeutiche ha aperto la strada all’introduzione della “medicina di genere”, nuova frontiera che apre l’intero settore ad un approccio mirato e totalmente personalizzato al trattamento del paziente.
Con la diffusione della medicina di genere si instaura dunque nel contesto della relazione medico – paziente un nuovo e più efficace modello di cura “sartoriale”. Questo criterio, che da qui a dieci anni potrebbe rappresentare il fulcro sul quale far ruotare l’intero impianto diagnostico della medicina moderna, si modella intorno alle specifiche caratteristiche del paziente, considerando in maniera particolare elementi come la sua età ed il suo sesso.
Alla base dell’introduzione di questo nuovo modello di riferimento si pone la consapevolezza di dover adattare l’intero percorso terapeutico ad ogni soggetto, tenendo conto delle congenite differenze tra uomini e donne. A questo parametro base deve inoltre intrecciarsi la valutazione di altre informazioni collaterali utili a perfezionare il trattamento del paziente, come età, peso e stile di vita. Tutto ciò potrà permettere nel tempo di affrancarsi da terapie e diagnosi standardizzate per lasciar spazio alla definizione di trattamenti sempre più precisi e mirati.
Uomini e donne: differenze sostanziali
Uno dei distretti corporei che distingue in maniera maggiore uomini e donne, determinando la necessità di definire diverse tecniche di approccio diagnostico e terapeutico, è il plesso cardiaco: la popolazione di sesso maschile, per esempio, ha reagito in maniera diversa alle campagne di prevenzione per infarto e ictus attuate dagli anni ’70 fino al 2000, mentre per le donne i risultati non si sono rivelati altrettanto efficaci. Le malattie cardiovascolari, inoltre, tendono a colpire con maggior continuità le donne over 50, rappresentandone la prima causa riconosciuta di morte.
A rendere particolarmente complessa la diagnosi delle malattie cardiovascolari delle donne è la frequente assenza di una sintomatologia chiara e specifica, che espone i soggetti di sesso femminile a subire complicazioni tendenzialmente più gravi. Sicuramente una visita con cardiologo ogni due o tre anni può essere d’aiuto.
Donne e uomini: sintomi diversi
Una donna infartuata spesso non presenta sintomi uguali a quelli di uomini afflitti dalla medesima patologia: il pubblico femminile, per esempio, tende a non lamentare dolore cardiaco, spesso sostituito da fenomeni di astenia, fiacchezza e pallore. Tendenzialmente la malattia insorge in età più avanzata rispetto a quella degli uomini.
Conoscere le differenze per identificare i pericoli
Contrariamente a quanto comunemente si pensa, numerose patologie tipicamente femminili possono colpire anche gli uomini, con conseguenze anche parecchio serie. Un esempio tipico è quello dell’osteoporosi, patologia diagnosticabile tramite MOC che tende a colpire anche la popolazione maschile insorgendo subdolamente: negli uomini con accertata osteopatia, la mortalità nei primi sei mesi è quasi doppia rispetto a quella delle donne. Tipico è anche il caso del tumore alla mammella: questa patologia, relativamente comune tra le donne, può infatti essere contratta anche dagli uomini che, pertanto, devono sottoporsi ad un adeguato ciclo di accertamenti preventivi per scongiurare l’insorgenza della malattia.
Come diagnosticare tempestivamente il tumore al seno?
Per ottenere una diagnosi precisa e tempestiva del tumore al seno è opportuno monitorare costantemente la salute di questo delicato distretto corporeo, sottoponendosi ad una prevenzione scrupolosa basata su controlli periodici programmati.
Per le donne, la prevenzione dovrebbe iniziare a partire dai vent’anni, procedendo periodicamente all’autopalpazione del seno oppure tramite visita senologica nel caso in cui l’esame presentasse un risultato anomalo. È opportuno affiancare al monitoraggio individuale anche frequenti controlli ginecologici, test genetici e visite senologiche periodiche.
Dopo i 50 anni diventa molto importante affidarsi a visite specialistiche: l’ecografia mammaria oppure la mammografia, per esempio, dovrebbero essere ripetute almeno una volta ogni due anni, in affiancamento ad ulteriori accertamenti personalizzati da concordare con il proprio medico curante. Utile ai fini di un eventuale processo diagnostico è anche la risonanza magnetica ad alto campo, strumento fondamentale allo scopo di monitorare lo stato di salute dei vari tessuti interni.
Sia per gli uomini che per le donne è opportuno, a scopo preventivo, adottare uno stile di vita sano che non contempli l’abuso di alcol e di farmaci. Utile a scongiurare il rischio di una neoplasia è anche l’adozione di una dieta completa ed equilibrata.