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Osteopenia | Cos’è, diagnosi e cure

L’osteopenia è una patologia legata alla riduzione della densità minerale ossea, che rende le ossa più fragili e maggiormente predisposte a eventuali fratture. Di solito si presenta nei soggetti dopo i 40 anni e nelle donne in menopausa, periodo in cui avviene un calo di ormoni utili all’equilibrio del metabolismo osseo.

Osteopenia sintomi e cause

Nelle fasi iniziali dell’osteopenia, non si avvertono sintomi particolari. Semplicemente, con l’avanzare dell’età, la propensione alle fratture tende ad aumentare, così come i dolori alle ossa. Anche la perdita di centimetri in altezza è una conseguenza comune, ancor di più se associata a uno stato pregresso di obesità.

Alla base dell’osteopenia ci sono differenti cause e fattori di rischio, come:

  • l’invecchiamento. Più le nostre ossa avanzano con l’età, meno saranno in grado di assorbire minerali fondamentali per il nostro organismo, come il calcio e il fosforo;  
  • la predisposizione genetica. Se ci sono casi in famiglia si ha una probabilità maggiore di sviluppare la patologia;
  • l’abuso di fumo e alcool;
  • la riduzione di estrogeni nelle donne e di testosterone nell’uomo;
  • l’eccesiva sedentarietà
  • le problematiche legate all’alimentazione.

Esami diagnostici per l’osteopenia 

L’osteopenia viene diagnostica con densitometria ossea, grazie alla MOC Dexa, che rileva proprio la quantità di sali minerali presenti all’interno delle ossa. Un esame veloce e completamente indolore, che utilizza i raggi X per analizzare una porzione campione del nostro scheletro
L’esito della MOC dipende dal T-score: più è basso, maggiore è la probabilità di incorrere in fratture.

Come prevenire l’osteopenia

È consigliabile conoscere la storia clinica familiare per essere consapevoli della propria genetica e coltivare uno stile di vita sano come misura di prevenzione della malattia. L’unico potere che abbiamo, infatti, è quello di ridurre i fattori di rischio e di adottare un’alimentazione equilibrata, associata ad attività fisica quotidiana.
Un parametro da tenere sotto controllo, soprattutto nelle donne adulte, è la vitamina D, altro elemento importante per la salute delle ossa, facilmente integrabile con i giusti cibi e l’assunzione di integratori.

Qual è la differenza tra osteopenia e osteoporosi?

La densità minerale ossea (o BMD) è il valore che determina la salute delle ossa e indica la quantità di minerali presenti in un centimetro cubo di osso. Una lieve riduzione di BMD determina l’osteopenia, mentre una considerevole riduzione è alla base dell’osteoporosi. Nel 1992 l’Organizzazione mondiale della sanità ha individuato il cosiddetto T-score, un parametro che compara la densità ossea del paziente rispetto ad un soggetto sano dello stesso sesso a 30 anni.
Se il punteggio T-score si attesta tra -1 e -2,5 si tratta di osteopenia. Se invece risulta inferiore a -2,5 la diagnosi è di osteoporosi.

Osteopenia come si cura

Osteopenia e osteoporosi hanno la stessa origine, ma decorsi diversi. In alcuni casi, l’osteopenia può essere il preludio di un’osteoporosi futura. Per limitare la riduzione dei minerali nelle ossa, consigliamo di consultare un reumatologo che vi saprà indicare la terapia più adatta alla vostra diagnosi.

In genere sono tre la aree su cui è possibile intervenire:

  • Alimentazione, soprattutto ricca di calcio, in particolare è indicato il consumo di latticini, verdure a foglia larga, mandorle, arance, senza sottovalutare gli effetti benefici dell’acqua, preferibilmente con un contenuto medio di minerali;
  • Attività fisica, per fortificare i tessuti ossei. Soprattutto nelle persone anziane, non è necessario svolgere un’attività che richiede troppo sforzo. È importante prediligere lunghe passeggiate, salire le scale a piedi invece di usare l’ascensore, praticare sport come il ciclismo e la ginnastica a corpo libero
  • Medicinali, solo quando il reumatologo lo ritiene necessario. La prevenzione resta sempre la strada migliore da percorrere. Ma quando età e genetica hanno un peso evidente, una terapia farmacologica può essere un valido supporto per il paziente.