La steatosi epatica, patologia definita e nota anche come “sindrome del fegato grasso”, è una condizione degenerativa che interessa il complesso epatico e che scaturisce generalmente da un anomalo accumulo di trigliceridi negli epatociti.
La maggior parte dei casi di steatosi epatica risulta curabile con successo mediante diete apposite da affiancarsi ad una scrupolosa terapia farmacologica consigliati dal medico dopo un’ecografia fegato: solo una sparuta percentuale pari a circa il 7,5% dei casi complessivi tende ad evolversi in cirrosi epatica. Questa percentuale cresce ulteriormente nei soggetti che fanno abuso di bevande alcoliche.
Tra le disfunzioni possibili che si legano alla manifestazione della sindrome del fegato grasso si riscontrano casi di infiammazioni epatiche con conseguente degenerazione fibrosa.
La comparsa di questa patologia, nei casi non determinati dall’abuso di alcol, si presenta in maniera più frequente sui soggetti obesi, con percentuali fino al 74%, e tende ad associarsi comunemente a malattie quali la dislipidemia ed il diabete di tipo II.
Sono decisamente più basse le percentuali di incidenza riscontrate sui soggetti sani o in età puerile: la diffusione della steatosi epatica nella sua forma più grave, denominata con l’acronimo NASH (Non Alcoholic Steato-Hepatitis)e in grado di causare la successiva formazione di una cirrosi epatica, è fortunatamente ancor più limitata.
Cause principali del fegato grasso
I fattori di rischio in grado di causare la malattia possono essere molteplici: tra le più comuni cause della steatosi epatica è possibile citare la sottoposizione del soggetto ad agenti tossici esogeni, come alcune molecole contenute nei farmaci, negli steroidi e negli alcolici. Alla base della comparsa della malattia possono porsi anche condizioni patologiche collaterali, come deficit nutrizionale e dislipidemia. Naturalmente tra i fattori di rischio più importanti figura anche l’obesità: è facile intuire, infatti, che la tendenza ad assumere uno stile di vita errato può ripercuotersi in maniera molto evidente sulla salute del soggetto, agevolando l’avanzare della malattia.
Steatosi epatica: i sintomi
La gamma di sintomi che può accompagnarsi al presentarsi della steatosi epatica è piuttosto ampia e parecchio eterogenea: tra le implicazioni più diffuse figura l’inspessimento del fegato, unito ad un dolore localizzato appena sotto le coste di destra.
Su alcuni soggetti è possibile riscontrare ittero, ingrossamento della milza ed incremento delle transaminasi. A livello chimico si riscontrano inoltre delle variazioni nei tempi di coagulazione del sangue, che possono a loro volta porsi alla base della comparsa di ulteriori disturbi collaterali.
Diagnostica della steatosi: l’ecografia epatica
L’ecografia al fegato è l’esame diagnostico a cui fare riferimento per identificare in maniera precisa e tempestiva eventuali patologie epatiche ed avviare, di conseguenza, un percorso terapeutico mirato ed efficace.
Lo svolgimento dell’esame non è dissimile dalla maggior parte degli altri screening di tipo ecografico: di conseguenza, l’ecografia epatica non è da considerarsi né dolorosa, né invasiva. L’impiego di ultrasuoni, in luogo dei pericolosi raggi X, scongiura inoltre la comparsa di successive conseguenze negative per la salute del paziente.
Per sottoporsi ad un’ecografia al fegato, il paziente deve sdraiarsi su un lettino, lasciando scoperta all’azione dei macchinari la propria sezione addominale: su questo distretto si concentra anche l’azione del medico radiologo, che impiega una speciale sonda per scandagliare il complesso esaminato.
Questo tipo di screening può essere fortemente condizionato dall’anomala ed eccessiva presenza di gas intestinali: per questo motivo, nei tre giorni precedenti allo svolgimento dell’esame la dieta del paziente non dovrebbe includere alimenti in grado di generare fenomeni di meteorismo e flatulenza. Sono pertanto banditi latticini, verdure, tuberi, legumi, formaggi e fibre in genere.
La dieta è un elemento fondamentale anche nell’ambito del processo di cura del paziente per il quale è stata accertata una condizione patologica legata alla steatosi epatica: i soggetti affetti da questo disturbo, quindi, sono tenuti a curare in maniera scrupolosa la propria alimentazione, riducendo il consumo di alcol, caffeina e teina, di bibite zuccherate, di fritture e dolci. Occorre inoltre dare luogo, nella maggior parte dei casi, ad una consistente riduzione calorica e al taglio dei consumi di tutti gli alimenti che contengono additivi alimentari, glucidi e grassi saturi.
E’, al contrario, opportuno l’incremento dell’apporto giornaliero di fibre, di antiossidanti e di sostanze in grado di depurare il fegato, quali l’acido ascorbico, la cinarina, la silimarina e i polifenoli.
Fondamentale è, infine, sostituire i farmaci epatotossici contenuti nel proprio eventuale programma terapeutico con altri medicinali non dannosi per il fegato.