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Il varicocele: sintomi, diagnosi, cura ed intervento

Cos’è il varicocele (maschile e femminile)

Il varicocele è una patologia che interessa le vene collocate nell’area dei testicoli e che circondano l’intero funicolo spermatico. Il profilarsi della condizione patologica si manifesta nella maggior parte dei casi con un gonfiore anomalo di uno o di entrambi i testicoli; solo in alcuni casi, a questo sintomo si abbina il dolore, l’atrofia e l’infertilità.
La malattia può riguardare anche le donne e si associa ad un dolore pelvico che tende nel tempo a cronicizzarsi e a complicare i rapporti sessuali. Nelle donne, inoltre, la comparsa del varicocele tende ad accostarsi anche a fenomeni di dismenorrea e di amenorrea.

Varicocele cosa comporta

Il varicocele maschile ha spesso nel gonfiore testicolare il suo unico sintomo evidente: la patologia, infatti, è di solito quasi asintomatica ed apparentemente non invalidante. Solo alcuni pazienti lamentano, in abbinamento al gonfiore, la comparsa di fenomeni dolorosi affiancati da un senso di pesantezza a carico di uno dei due testicoli. Gli episodi dolorosi vengono accentuati dalle alte temperature o da particolari condizioni di sforzo intenso o prolungato. Anche l’attività sessuale, se frequente o prolungata, può rendere più evidenti sintomi e fastidi connessi al varicocele.

Nelle donne, invece, l’incontinenza delle vene delle ovaie causa dolori spesso particolarmente intensi che, come detto, ostacolano l’attività sessuale ed influiscono negativamente sulla regolarità e sulla qualità del ciclo mestruale.
Un problema diffuso legato alla varicocele è la difficoltà della diagnosi che, spesso, è poco tempestiva a causa della sintomatologia comune a numerose altre patologie diverse.

Varicocele come riconoscerlo

Diagnosticare il varicocele nella maniera più rapida possibile è il primo passo necessario a tracciare un percorso terapeutico mirato ed efficace; la diagnosi tempestiva del varicocele pelvico femminile passa solitamente dalla valutazione di due parametri fondamentali: sintomatologia e morfologia dell’area coinvolta.

La conferma definitiva del quadro diagnostico supposto durante la visita specialistica avviene quasi sempre mediante l’ausilio della diagnostica per immagini: tra gli accertamenti specificamente pensati per il pubblico femminile spicca, naturalmente, l’ecografia transvaginale che, grazie alla particolare efficacia dei macchinari di ultima generazione, consente di ottenere un quadro chiaro ed esaustivo dell’anatomia delle vene della pelvi. Questo strumento permette altresì una corretta valutazione delle ovaie, dell’utero e della cervice. 

Per gli uomini, invece, la diagnosi della malattia passa dall’ecografia testicolare. Questo esame può essere affiancato anche da uno spermiogramma, utile a valutare la qualità e le caratteristiche del liquido seminale.

Come si cura il varicocele

Per gli uomini i trattamenti più frequenti sono:

  • legatura della zona soprainguinale,
  • intervento di Ivannisevich,
  • intervento di Palomo,
  • sclerotizzazione,
  • embolizzazione delle vene spermatiche,
  • legatura laparoscopica

Per le pazienti le cure farmacologiche basate sull’impiego di ormoni ed associate all’uso di antidolorifici non si rivelano quasi mai efficaci al pari della chirurgia.

I trattamenti comunemente ritenuti più efficaci sono risultati, invece, quelli radiologici endovascolari. Questi ultimi, infatti, garantiscono un’ottima resa, riducendo al minimo i rischi.

L’intervento prevede l’introduzione per via transvaginale di un sottile catetere e di un filo guida che vengono impiegati per iniettare un farmaco sclerosante nel complesso interessato dalla dilatazione venosa.

Varicocele cosa evitare

Come i pazienti affetti da qualsiasi condizione patologica, anche coloro ai quali è stato diagnosticato il varicocele devono assumere dei comportamenti che impediscano alla malattia di avanzare.

Nella fattispecie, per evitare ulteriori rischi per la propria salute, i soggetti interessati da questa condizione devono stare attenti ad evitare gli eccessi: una vita sedentaria, il fumo e l’obesità, per esempio, influiscono negativamente sulla condizione di salute del soggetto, favorendo l’aggravarsi della malattia. Opportuno è anche evitare di indossare capi di abbigliamento troppo stretti e praticare sport che richiedono particolari sforzi fisici a carico della sezione centrale del corpo, come il sollevamento di pesi.

Varicocele quando operare

Spesso per il varicocele non è necessario un trattamento specifico: negli uomini, la cura farmacologica o l’intervento chirurgico, sono necessari solo nei casi in cui si manifestino una consistente riduzione del volume di un testicolo, un calo drastico del numero degli spermatozoi o una condizione patologica bilaterale. Un intervento tempestivo è altresì opportuno per tutti i soggetti che presentano segni e sintomi di ipoandrogenismo e di ipogonadismo. 

Per le donne l’intervento è opportuno in tutti i casi in cui la malattia produce effetti invalidanti o fenomeno dolorosi eccessivi: una delle principali alternative alla radiologia endovascolare è il trattamento chirurgico funzionale all’interruzione del flusso venoso. Questa soluzione, ovviamente più invasiva, prevede un intervento laparotomico che lega la vena ovarica interrompendo il flusso di sangue. Per questo genere di operazione è necessaria l’anestesia totale.

Cosa non fare dopo l’intervento al varicocele

La prima cosa da non fare in seguito all’intervento al varicocele è sottovalutare la comparsa di nuovi sintomi o la ricomparsa di quelli precedentemente già riscontrati.

Dopo l’intervento è opportuna l’interruzione dei rapporti sessuali per un periodo che, a seconda del tipo di intervento eseguito, deve spaziare da 1 a 3 settimane complessive.