Le donne con seno ghiandolare hanno una maggiore propensione a sviluppare tumori alla mammella. Conoscerne il significato è il primo passo per uno screening accurato, che aiuta la prevenzione e garantisce cure tempestive in caso di carcinomi.
Seno ghiandolare cosa significa
Il seno ghiandolare ha una maggiore presenza di tessuto denso, detto ghiandolare, rispetto al tessuto grasso, detto adiposo. Un seno a ricca componente ghiandolare è naturalmente più esposto a fattori di stimolazione ormonale e, di conseguenza, è più propenso a sviluppare alterazioni degenerative dei tessuti.
È per questo motivo che le donne con seno fibroghiandolare hanno bisogno di esserne informate dal senologo durante la prima visita o dopo la prima mammografia, per consentire di sottoporsi a screening periodici più approfonditi.
Com’è fatto il seno
Per comprendere meglio la differenza tra seno ghiandolare e un seno fibroadiposo, vediamo come è conformata la mammella nell’infografica.
- Cassa toracica, sulla quale è posizionato il seno
- Muscoli pettorali, che comprendono il grande pettorale, il piccolo pettorale, il dentato e il grande dorsale
- Lobuli mammari, costituiscono la struttura ghiandolare del seno. In ogni mammella ci sono dai 15 ai 20 lobuli
- Capezzolo, deputato alla suzione del bambino durante l’allattamento
- Areola, la zona di colore più scuro che circonda il capezzolo
- Dotti lattiferi o dotti galattofori, che collegano i lobuli al capezzolo
- Tessuto adiposo, sottostante la pelle
- Pelle
In una mammella fibroghiandolare, l’equilibrio tra adipe e lobuli viene meno, a favore degli ultimi. Una mammella densa riduce di un terzo la visibilità della mammografia, perché il tessuto neoplastico (tumorale) e il tessuto ghiandolare “hanno un’attenuazione dei raggi x simile, consentendo ai tumori di non essere rilevati all’esame mammografico di screening”. Spiegato in modo semplice, ostacola la diagnosi precoce di tumore al seno.
Seno ghiandolare e cancro al seno: che correlazione c’è
n età adulta, conoscere il proprio seno denso significa avere la capacità di individuare anomalie ancor prima di andare dal medico, osservando le mammelle allo specchio o effettuando l’autopalpazione (ne abbiamo parlato in questo articolo). Ovviamente lo screening domestico deve essere accompagnato da esami diagnostici.
Secondo uno studio condotto dai medici della University of California di San Francisco, circa il “40% dei casi di tumore al seno in pre-menopausa potrebbero trovare cure più efficaci e affidabili in presenza di un tessuto meno denso”.
Ecco perché è bene effettuare una prima visita senologica già in età fertile, per individuare il percorso diagnostico più idoneo al proprio stato di salute. Per esempio, la mammografia potrebbe non bastare come strumento di prevenzione, soprattutto nei casi di seno ghiandolare.
A quali esami sottoporsi se si ha una struttura mammaria densa
Alcuni medici dell’Università di Genova, nel 2016 pubblicarono sul Journal of Clinical Oncology uno studio in cui si è dimostrato che “l’aggiunta di tomosintesi (mammografia in 3D) o di un’ecografia permette di individuare più tumori rispetto alla sola mammografia”.
Vediamo insieme in cosa consistono questi esami e quando farli.
Mammografia seno denso
È una radiografia (rx) al seno, in cui le mammelle vengono poste tra due lastre. Il Sistema Sanitario Nazionale prevede una mammografia ogni due anni per le donne tra i 50 e i 69 anni tra le misure di prevenzione del cancro al seno.
Data l’alta densità del seno prima dei 40 anni, si consiglia di effettuare la mammografia prima di questa età solo in caso di carcinomi sospetti, poiché piccole masse sarebbero poco visibili e i rischi delle radiazioni rispetto ai benefici dello screening sarebbero superiori.
Mammografia con tomosintesi
A differenza della classica mammografia, la tomosintesi rilascia immagini in 3D grazie a uno studio stratificato della mammella. Il macchinario, invece di essere statico rispetto al corpo della paziente, ruota intorno al seno, migliorando la qualità delle immagini acquisite e rendendo l’esame più accurato.
Ecografia mammaria
L’ecografia mammaria avviene tramite una sonda a ultrasuoni, che il medico o l’operatore fanno scivolare sulla superficie del seno, grazie all’applicazione di un gel. Rispetto alla mammografia non presenta effetti collaterali di lungo termine, in quanto non emette radiazioni. Ma l’ecografia non esclude una mammografia precedente, anzi piuttosto dà conferma o smentisce la diagnosi radiografica, soprattutto nelle giovani donne con seno più denso.
Mammografia con tomosintesi ed ecografia mammaria a Caserta e provincia
Presso la Polisanitaria Iodice – Medical Center di Curti, puoi prenotare una visita senologica e gli esami diagnositici della tomosintesi e dell’ecografia mammaria dal lunedì al venerdì.
Fonti
- senologiadiagnostica.it
- lazzarospallanzani.it
- airc.it