Nell’ambito delle diagnosi mediche per immagini, con il termine “mezzo di contrasto” (MDC) ci si riferisce a sostanze utilizzate per migliorare la visibilità di strutture o fluidi all’interno del corpo durante un esame come la radiografia, la tomografia computerizzata (TC), la risonanza magnetica (RM) e l’ecografia.
Come funziona e a cosa serve il liquido di contrasto
In pratica, queste sostanze, somministrate al paziente prima o durante l’indagine diagnostica, hanno la capacità di assorbire i raggi X (nel caso della TC) o di modificare il segnale in risposta ai campi magnetici (nel caso della RM), permettendo così una migliore differenziazione dei tessuti sulle immagini finalie consentendo ai medici di osservare la presenza di anomalie come tumori, infiammazioni, vasi sanguigni ostruiti e altre patologie.
Inoltre, il mezzo di contrasto può aiutare a valutare la funzionalità di specifici organi. Ad esempio, in caso di angiografia (uno studio dei vasi sanguigni), il mezzo di contrasto può essere iniettato direttamente nei vasi sanguigni per visualizzare il flusso del sangue e identificare eventuali ostruzioni o aneurismi.
Classificazione dei mezzi di contrasto
La classificazione dei mezzi di contrasto si basa principalmente sulla loro composizione chimica, sul meccanismo di azione e sulla via di somministrazione. Possono essere divisi in diverse categorie:
- Mezzi di contrasto iodati: sono tra i più usati, specialmente nelle radiografie e nelle TC. Contengono iodio, un elemento che blocca i raggi X, rendendo più visibili i tessuti che lo assorbono. Possono essere somministrati per via orale, endovenosa o intra-arteriosa.
- Mezzi di contrasto baritati: contengono bario e sono tipicamente somministrati per via orale o rettale per esaminare il tratto gastrointestinale.
- Mezzi di contrasto paramagnetici: utilizzati nella risonanza magnetica, contengono elementi come gadolinio che migliorano le proprietà magnetiche dei tessuti, aumentando il contrasto delle immagini RM.
- Mezzi di contrasto ultrasonografici: sono composti da microbolle gassose o particelle solide sospese in una soluzione, utilizzate durante le ecografie per aumentare la riflessione delle onde ultrasoniche.
Effetti collaterali del mezzo di contrasto e reazioni allergiche
La somministrazione del mezzo di contrasto è generalmente sicura; tuttavia possono verificarsi reazioni avverse, soprattutto a quelli iodati e a base di gadolinio, che variano da lievi a severe. Prima dell’esame è importante informare il medico circa eventuali allergie pregresse ai mezzi di contrasto o a iodio e gadolinio.
Inoltre, possono esserci controindicazioni legate alla funzionalità renale del paziente, poiché molti mezzi di contrasto vengono eliminati attraverso i reni.
Prima della somministrazione del mezzo di contrasto è fondamentale effettuare un’accurata anamnesi del paziente per identificare eventuali allergie precedenti o problemi renali e prendere tutte le precauzioni necessarie al fine di ridurre il rischio di reazioni avverse e garantire la sicurezza del paziente durante l’esame diagnostico.
Quali sono gli effetti collaterali lievi e quali quelli severi?
Effetti collaterali lievi: nausea, vomito, prurito, rossore e una sensazione di calore o freddo al sito di iniezione. Questi sintomi sono generalmente transitori e si risolvono senza necessità di trattamento.
Effetti collaterali severi: orticaria, difficoltà respiratorie, gonfiore del viso o delle estremità, tachicardia e, nei casi più gravi, anafilassi (una reazione allergica sistemica che può essere potenzialmente fatale se non trattata tempestivamente).
Come procedere se il paziente è un soggetto allergico al MDC?
È fondamentale informare il proprio medico radiologo se si hanno precedenti allergici noti a mezzi di contrasto o se si hanno reazioni avverse dopo l’esecuzione dell’esame. In presenza di questi fattori, il medico valuterà il rapporto beneficio-rischio dell’uso del mezzo di contrasto e considererà eventuali alternative diagnostiche meno invasive.
La premedicazione con antistaminici o corticosteroidi può essere raccomandata per i pazienti con una storia nota di allergie ai mezzi di contrasto o con fattori di rischio significativi.
Gravidanza e mezzo di contrasto
Durante la gravidanza, ogni procedura medica che riguarda la futura mamma necessita di un’attenta valutazione dei possibili rischi e benefici. Questo è particolarmente vero quando si parla di diagnostiche per immagini che richiedono l’uso di mezzi di contrasto. Sebbene questi composti siano generalmente sicuri per la popolazione adulta, il loro uso in gravidanza è oggetto di discussione a causa del potenziale rischio che possono rappresentare per il feto.
Per quanto riguarda i mezzi di contrasto iodati, studi hanno mostrato che possono attraversare la placenta e raggiungere il feto. Sebbene non ci siano evidenze conclusive che indichino effetti teratogeni diretti, l’esposizione al mezzo di contrasto iodato può interferire con la funzione tiroidea del nascituro. Per questo motivo, l’utilizzo dei mezzi di contrasto iodati durante la gravidanza è generalmente evitato a meno che non sia strettamente necessario.
I mezzi di contrasto a base di gadolinio, invece, hanno una minore capacità di attraversare la placenta. Tuttavia, alcune ricerche suggeriscono che possono essere associati ad un aumentato rischio di condizioni infiammatorie e allergiche nel neonato se somministrati durante il secondo e terzo trimestre. Pertanto, anche l’uso del gadolinio viene limitato a circostanze in cui i benefici superano chiaramente i rischi potenziali.
In generale, quando una donna incinta necessita di un esame con mezzo di contrasto, i medici valuteranno attentamente il caso specifico. Se possibile, si opterà per alternative diagnostiche prive di radiazioni e senza uso di mezzo di contrasto, come l’ecografia o la risonanza magnetica senza contrasto.
Quali sono gli esami che si eseguono con il mezzo di contrasto?
Tra gli esami più diffusi che si avvalgono dell’utilizzo di mezzi di contrasto troviamo:
1. La Tomografia Computerizzata (TC o CAT Scan): Un esame che utilizza raggi X per creare immagini dettagliate del corpo. Il mezzo di contrasto iodato utilizzato in questa procedura può aiutare a evidenziare vasi sanguigni, tumori e altre anomalie.
2. La Risonanza Magnetica (RM): Utilizza un potente magnete e onde radio per produrre immagini dettagliate del corpo. Un mezzo di contrasto contenente gadolinio può essere usato per accentuare la visibilità di specifiche aree corporee, come le lesioni cerebrali o i tumori.
3. L’Angiografia: È una tecnica radiologica per visualizzare i vasi sanguigni dopo l’iniezione di un mezzo di contrasto iodato; viene comunemente utilizzata per rilevare ostruzioni o aneurismi.
4. L’Urografia: Un esame radiologico dell’apparato urinario che prevede l’utilizzo di un mezzo di contrasto per delineare i reni, l’uretere e la vescica.
5. L’Esofagogastroduodenoscopia (EGD) con contrasto: Una procedura endoscopica in cui il mezzo di contrasto viene ingerito per valutare il tratto gastrointestinale superiore.
6. L’ecografia con contrasto: utilizza microbolle specializzate, conosciute come agenti di contrasto, che vengono iniettati nel flusso sanguigno del paziente. Le microbolle sono composte da un gas innocuo racchiuso da una membrana proteica o lipidica, e sono progettate per rimanere stabili durante la circolazione nel sangue. Quando queste microbolle passano attraverso i vasi sanguigni dell’area d’interesse, rispondono agli impulsi ultrasonici inviati dall’apparecchio ecografico oscillando. Questa oscillazione causa un aumento della riflessione degli ultrasuoni rispetto ai tessuti circostanti, migliorando il contrasto dell’immagine ecografica.
Come si smaltisce il liquido di contrasto?
Come smaltire il MDC iodato della Tac
Normalmente, lo Iodio utilizzato nei liquidi di contrasto viene metabolizzato dal fegato e successivamente eliminato attraverso le urine dai reni. Il processo di eliminazione inizia quasi subito dopo l’iniezione e la maggior parte del mezzo di contrasto lascia il corpo entro 24 ore, anche se questo intervallo può variare da persona a persona in base a diversi fattori, come l’età, il funzionamento renale e l’eventuale presenza di patologie preesistenti.
Per facilitare e accelerare questo processo naturale, si consiglia ai pazienti di idratarsi adeguatamente prima e dopo la TAC. Bere abbondante acqua aiuta i reni a filtrare e eliminare più efficacemente lo Iodio dal sangue. Inoltre, è consigliabile seguire le indicazioni post-procedura fornite dal centro radiologico o dall’ospedale.
Come smaltire il MDC della Risonanza Magnetica (gadolino)
Terminata la risonanza magnetica, il corpo del paziente elimina naturalmente il mezzo di contrasto attraverso i reni e l’apparato urinario. Di norma, questo processo può richiedere dalle 24 alle 48 ore, a seconda dello stato di salute e della funzionalità renale del paziente.
Nonostante il mezzo di contrasto venga smaltito naturalmente dall’organismo, è importante essere informati sulle buone pratiche da seguire dopo aver sottoposto a un esame con mezzo di contrasto. Per facilitare l’eliminazione del gadolinio, si consiglia ai pazienti di idratarsi adeguatamente bevendo molti liquidi nelle ore successive all’esame. Questa semplice azione aiuta i reni a filtrare e espellere più efficacemente il mezzo di contrasto.
Inoltre, è fondamentale seguire le istruzioni fornite dai professionisti sanitari riguardanti eventuali precauzioni o restrizioni alimentari da adottare dopo l’esame. In alcuni casi, possono essere prescritti farmaci per assistere nella eliminazione del gadolinio se il paziente presenta una funzionalità renale ridotta.